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Che botta...di nave! Finalmente c'è stato il varo e la grossa bottiglia di Magnum Ferrari si è infranta spumeggiando riccamente, molto riccamente sulla tolda di quest'imponente e lussuoso transatlantico gremito di una folla curiosa. Il viaggio per mare, si sa, non è più molto di moda, ma la curiosità di questo nuovo viaggio ampiamente annunciato da una tambureggiante e ben mirata pubblicità era enorme.Io, che scrivo, per ben tre volte sono salito a bordo e non ho patito mal di mare; il viaggio più bello è stato quello di sabato sera, quando nella notte fresca di questa città che sa sempre sorprendere... l'aria frizzante, i personaggi che gremivano questa crociera, la ciurma che ha lavorato nei compartimenti stagni e l'enorme curiosità si sono riuniti a quella misteriosa linfa della vita che è l'arte, ma arte è stato anche tutto il cammino che ha siglato il Mart. Mi va di pensare ad un curioso acrostico, non di Bartezzaghi,... Mart = Mari Attraverserò Rischiando Tempeste. Ma che cosa è la vita senza rischi? Se c'era ancora qualche titubanza sul varo di questo enorme galleggiante di lusso, io credo che tutto è stato fugato. Il viaggio, diceva Marcel Proust, è pur sempre un'operazione magica... Non occorre fare il nome, molto noto, dei due anzi tre nocchieri che hanno manovrato l'uscita in alto mare; uno c'è nel titolo... l'altro fa parte, molta parte, di quelli avvenimenti raramenti Belli! Le numerosissime e ampie sale ti fanno proprio sentire a
tuo agio nella loro scoperta.Al mio nipotino Simone ieri è caduto un fazzoletto vicino alle opere di Arman e non so se lo ha fatto apposta... e se un domani anche lui potrà arrivare nelle ampie, lussuose, incantevoli sale, piene di luce, di questo contenitore Kulturale...Bon voyage Mart!«Mari Attraverserò Rischiando Tempeste»: sarebbe davvero piaciuto ai Futuristi questo acrostico del Mart, per definire il vero significato del nuovo museo d'arte moderna di Rovereto. Come sarebbe loro piaciuto il paragone con il grande transatlantico (non a caso i viaggi per mare stanno ritornando di moda) che porta ad esplorare nuove terre, nuove dimensioni, nuovi modi di vivere, perché davvero è la vita ad imitare l'«arte» e non viceversa. Non si capisce allora perché alcuni trentini (pochi per fortuna) si ostinino a guardarlo con sospetto questo Mart, quando non battono ciglio di fronte alle immense e costosissime stupidità televisive o alle altrettanto miliardarie «bretelle» stradali, che ormai esauriscono il loro compito spostando di qualche chilometro più su o più giù le ormai endemiche code
automobilistiche.Certo i rischi non mancano mai nelle navigazioni, come nei viaggi non mancano gli assalti dei pirati o le «avances» degli impostori. Chi può dire se il fazzoletto del bambino che si unisce per terra ai vestiti dismessi di Arman è vera arte o fa parte di un gioco provocatorio per mostrare come anche le nostre vite (è in fondo il messaggio di Arman) sono ridotte a stracci dal consumismo? Ma è proprio questo rischio che rende affascinante e «vera» l'arte contemporanea.Si tratta quindi di proseguire il viaggio con coraggio ed entusiasmo. I porti, le grandi mostre possibili e prospettabili non mancano, perché il Mart non è solo un museo di opere consacrate, ma un labortorio, un transatlantico appunto, di comunicazioni visive sociali e
sociologiche per il XXI secolo. Ci sono, ad esempio, tutti gli «eretici» da Soutine a Roualt, da Sutherland a Lucien Freud, da far conoscere agli Italiani, c'è tutto un secolo di pittura dei paesi dell'Est, che ora entrano in Europa, da scavare, c'è lo smisurato continente della pubblicità (i veri «affreschi» del Novecento) da affrontare. Per non parlare poi della nuova arte del terzo mondo, delle scuole «regionali» italiane che ritornano, dell'affascinante mondo dell'illustrazione giovanile che in questi ultimi anni ha raggiunto livelli altissimi di pittura. Insomma, buona navigazione nell'anno nuovo al Mart.
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